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6 Novembre 2018
Ripetibilità del gesto

In uno degli ultimi post si parlava di ripetibilità del gesto, nel video i 6 set (a parte il primo dove ho cercato di trasformare il mio naso in un ? alla francese), sono simili.
Ma se la persona che avessimo di fronte avesse bisogno di una correzione tecnica?
Sono sempre stato affascinato dalla ricerca della via più rapida per rendere il movimento efficiente (d’altronde less is more no?!?), lo sono ancora di più quando questa ricerca è incentrata sulla correzione a terzi.
Nel senso:
Siamo sicuri che quando la persona che stiamo cercando di correggere non completa la tirata in uno snatch l’input da dargli sia: “finisci di tirare” o “estendi l’anca”?
Allo stesso modo quando si parla di gymnastic, vale la pena parlare di “hollow” chiedendo di “tenerla” su atleti che non hanno percezione e piena consapevolezza del loro corpo in movimento?
Se la propriocezione è la capacità di disegnare la mappa del proprio corpo collocandola nello spazio, pensate sia un buco propriocettivo che non consente a chi vi sta davanti di tenere questa hollow e di non riuscire a completare la famosa triplice estensione (caviglie/ginocchia/anca) nonostante la vostra richiesta o c’è dell’altro? Esistono delle scorciatoie o degli escamotage?
Prima di arrivare alla correzione dobbiamo però aver chiaro e limpido che ogni soggetto è diverso, sempre. Non è detto che il metodo correttivo che sul primo soggetto ha funzionato egregiamente, possa risolvere lo stesso problema sul secondo.
Quindi, seguendo questa logica, i protocolli preconfezionati avranno sempre e comunque vita breve. Se avete perciò intenzione di risolvere un problema nel minor tempo possibile con maggior efficacia dimenticatevi delle correzioni stile “il bilanciere cade avanti durante uno snatch? ah, allora finisci di tirare” o “hai un atteggiamento cifotico durante un front squat? ah, allora alza i gomiti e tieni la front rack”.
Dunque, quali sono i parametri da considerare? Cerchiamo di stilarne una lista, dei principali:
- Prima di tutto dovremmo assicurarci che il soggetto non sia in fase antalgica e non abbia subito infortuni invalidanti che portino a deficit su ROM articolari che prima riusciva a coprire. No, non stiamo parlando di mancanza di mobilità;
- Valutare il livello ponderale e morfologico della persona che abbiamo di fronte è un ottimo metodo per fare in modo che si possa accendere qualche lampadina fin da subito. Vi siete mai chiesti perché alcuni preferiscono fare i double hang dumbbells clean passando in mezzo alle gambe mentre la maggior parte lavorando all’esterno si trova più a loro agio? Se ci fate caso, la morfologia di questi soggetti è spesso simile;
- Ora possiamo invece verificare attraverso test specifici se vengono constatati dei buchi sulla joint mobility e muscles stiffness, che non sono altro che la mobilità articolare e rigidità muscolare. Io sto aspettando quelli di @ingemarelrubio ad esempio. Se non ne avete vostri, dei discreti test sono quelli proposti dalla FMS, potete rubacchiare quelli, altrimenti, con cognizione di logica, potete provare a creare una vostra routine personale e valutare. No, non sto parlando di un personal, sto parlando di ” Non rompi il parallelo in un back squat? toccati le punte dei piedi come prima cosa…”;
- Solo adesso diventa importante valutare il gesto. Come? Io credo che una via percorribile sia quella tipica delle correzioni fatte sulle alzate olimpiche. Eh quindi? cosa valutiamo quando abbiamo di fronte uno Squat Clean? Cinematica dell’attrezzo (se presente), movimento dell’atleta nello spazio (eh qui ci siete sempre), e ritmo. Il ritmo generalmente non se lo fila mai nessuno, quando mi mandano video in slow motion, chiedo sempre quello a velocità naturale. Approfondiremo poi. Ah! Oltre a un minimo di fisiologia, il gesto lo dovete conoscere, non bene, alla perfezione, altrimenti state correggendo qualcosa che neanche conoscete;
- Ultimo fra i più importanti, non per gerarchia ma solo come ordine, input correttivo. Abbiamo capito che ” finisci di tirare “, ” devi scendi sotto il bilanciere ” , ” devi tenere la hollow ” o ” rimbalza con il petto ” non funzionano come dovrebbero. Per quanto la correzione da fare sia quella, il soggetto che stiamo cercando di aiutare continua a non schiodarsi dal suo pattern motorio. Non a caso una delle frasi che portò una prima evoluzione al mio Weightlifting fu: “Tieni le mani basse”. E ovviamente più il gesto si complica e più il livello dell’atleta si alza, più diventa difficile trovare le parole giuste, oltre all’errore.